Filiale della CrAsti distrutta e bancomat sradicato con un carro attrezzi. Sei giorni dopo Castelnuovo, è toccato ad Andezeno. Stavolta, però, i banditi sono stati intercettati dai carabinieri, che li hanno costretti ad abbandonare mezzo e refurtiva. Il colpo è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì alla filiale di corso Vittorio Emanuele 2, in pieno centro.
La multinazionale del caffè investe ad Andezeno 1,3 milioni e assume dodici persone. In una fase economica in cui si chiudono le fabbriche in Italia per trasferirle all’estero, Mondelez international va contro corrente: chiude lo stabilimento di Dos Hermanas in Spagna e dirotta sulla “Casa del caffè” di via Chieri 68 la produzione, che è iniziata nelle settimane scorse.
Riccardo Civera non si candiderà a sindaco di Andezeno, né ci sarà un “listone” che unisca tutti: di fronte a queste possibilità, la maggioranza ha scatenato un pesante fuoco di sbarramento, accusando il potenziale leader di essere un “politicante” in cerca di un posto dove riciclarsi.
Saranno uno accanto all’altro, in Tribunale: lunedì comincia il processo a carico di Alberto Gilli e sua moglie Emanuelita Nosengo, sindaco di Andezeno. Insieme al commercialista Guido Vasapolli, sono accusati di evasione fiscale internazionale per lo “scandalo Candis”: secondo la Procura, avrebbero sottratto un imponibile di 12 milioni di euro.
Il suo dipendente quattro anni fa ha perso l’uso delle dita della mano destra, schiacciate da un macchinario: Giorgio Torta, titolare dell’Arcoplastica, è stato condannato a quattro mesi di reclusione, sospesi con la condizionale. L’accusa è di lesioni personali colpose e violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Vecchia guardia che si ritira, stelle (cinque) cadenti, l’arrivo del salvatore. Oppure un listone unico all’insegna del “vogliamoci bene”. Tutti scenari possibili in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.
Un superlativo blocca il processo a carico di Giorgio Torta, titolare dell’Arcoplastica di Andezeno. L’udienza di ieri, lunedì, doveva essere decisiva sul caso dell'operaio che ha perso l’uso delle dita della mano destra. Ma il pm non aveva specificato se chiede un anno per lesioni “gravi" o "gravissime". E il giudice gli ha chiesto di specificarlo. La prossima volta.
Il suo dipendente ha perso in buona parte l’uso di una mano, schiacciata da un macchinario. Ora il titolare dell’Arcoplastica di Andezeno rischia una condanna: giovedì il pm Sabrina Noce ha chiesto un anno di reclusione, facendo leva sui rilievi dell’Asl. L’avvocato difensore Livio Vezzoso attribuisce invece le responsabilità a un'imprudenza del ferito.
Il suo dipendente ha perso l’uso delle dita della mano destra, schiacciate da un macchinario. Ora il titolare dell’Arcoplastica rischia un anno per lesioni personali colpose e violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Il suo avvocato attribuisce le responsabilità a un “eccesso di zelo" del ferito, mentre i rilievi dell’Asl depongono a sfavore dell’impresa.
